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L’epatocarcinoma (HCC) è il tumore epatico più frequente. Settimo tumore in termini di incidenza e quarta causa di morte per neoplasia in tutto il mondo, 5° tumore in termini di incidenza e seconda causa di morte per neoplasia nel sesso maschile. L’elevata mortalità è spiegata, almeno in parte, dalla peculiarità di una condizione che contempla due patologie equamente pesanti in termini di cura e gestione clinica del paziente: il tumore in sè e la cirrosi epatica che ad esso sottende, che ne costituisce il principale fattore di rischio e che rende la gestione dell’ammalato così complessa e peculiare.
Da qui la necessità di ottimizzare l’utilizzo delle tecniche radiologiche di screening/sorveglianza, delle tecniche diagnostiche e delle armi terapeutiche a disposizione alla luce dei notevoli progressi raggiunti in un ambito multidisciplinare ma che veda al centro di tutto l’ammalato affetto da cirrosi.
Oggi, proprio grazie al notevole progresso tecnologico della diagnostica per immagini in ambito ecografico, TC ed RM e grazie al maggior utilizzo dei mezzi di contrasto epatospecifici in RM, si può fare diagnosi di HCC nel fegato cirrotico senza che sia necessaria la conferma istologica (se rispettati determinati criteri).
Il progresso tecnologico coinvolge anche l'anatomia patologica dove l'avvento della digital pathology consentirà di condividere, in tempo reale con i diversi centri di riferimento, i casi complessi e le problematiche della gestione del pre e del post trapianto, con l’introduzione, in futuro, anche di strumenti di intelligenza artificiale.
Sino a poco tempo fa, l’algoritmo delle cure seguiva un andamento lineare progressivo alle cui due estremità si trovavano il trapianto, per gli stadi più precoci di malattia, unica vera possibilità di cura radicale proprio perché con il trapianto si rimuove oltre al tumore anche la cirrosi mentre, all’estremità opposta dell’algoritmo, la terapia sistemica occupava un ruolo di cura palliativa degli stadi più avanzati di malattia con il solo obiettivo di allungare di pochi mesi la sopravvivenza del paziente.
Oggi, la disponibilità di terapie sistemiche sempre più efficaci (Inibitori TK prima ed immunoterapia poi ed altre molecole già in studio per il futuro) associata ad una sempre maggiore abilità nell’utilizzo delle terapie locoregionali (RFA- MWA - TACE-TARE) e ad una migliore capacità di selezione del paziente, ha imposto e dimostrato quanto prezioso e vincente sia l’approccio multidisciplinare all’epatocarcinoma, trasformando la progressione lineare delle cure in una progressione circolare, all’interno della quale il paziente transita da una cura all’altra in maniera non solo circolare ma anche bidirezionale, riservando il trapianto a quei pazienti che non possono più beneficiare di altre cure per allungare la loro sopravvivenza in maniera significativa.
Da qui l’importanza di un tavolo di lavoro permanente che metta a confronto i professionisti in grado di offrire strumenti diagnostici e terapeutici personalizzando il percorso di cura per ogni singolo paziente.
Tavolo di lavoro, dunque, fondamentale e imprescindibile ma che, inevitabilmente implica una maggiore complessità organizzativa e della gestione clinica affinchè non si perda la centralità di quella che è la patologia di più difficile gestione: la cirrosi epatica e le sue complicanze
Sarebbe errato pensare che tale impiego di energie sia sproporzionato per un tumore destinato a sparire grazie alla scomparsa delle epatopatie ad etiologia virale
Il successo dei farmaci antivirali, prima per HBV e poi, in particolare per HCV con i nuovi farmaci antivirali ad azione diretta, ha dimostrato quanto importante sia la riduzione della incidenza dell’ HCC con la riduzione dei casi di cirrosi ad etiologia virale. Però, l’epidemiologia delle epatopatie sta cambiando e, se nell’immediato futuro arriveremo all’auspicata eradicazione globale perlomeno dell’ HCV, parallelamente emerge la patologia epatica su base metabolica e con essa un nuovo scenario di malattia oncologica del fegato.
OBIETTIVO DI QUESTO INCONTRO, rivolto a tutti gli specialisti coinvolti nella presa in carico del paziente affetto da epatocarcinoma (epatologi, chirurghi, oncologi, radiologi, radiologi interventisti, anatomo patologi, altri specialisti e medici di medicina generale) è quello di affrontare la complessità di tale patologia dando spazio alla discussione ed al dibattito su problematiche comuni della pratica clinica, con un approccio multidisciplinare e nel tentativo di individuare il miglior trattamento possibile per il paziente con HCC indirizzandolo verso strutture di eccellenza e ad alta specializzazione garantendo così l’accesso più rapido ai migliori percorsi di diagnosi e cura.
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L'ISCRIZIONE AL CORSO E' GRATUITA
ACCREDITAMENTO ECM:
N. Partecipanti 100
Professioni:
MEDICO CHIRURGO
FARMACISTI
TSRM
TECNICI DI LABORATORIO
FISICA SANITARIA
Discipline (MEDICO CHIRURGO):
MEDICO CHIRURGO: GASTROENTEROLOGIA, MED. INTERNA, RADIODIAGNOSTICA, CHIRURGIA GENERALE, ANATOMIA PATOLOGICA, ONCOLOGIA MEDICA, MEDICINA DI BASE, MALATTIE METABOLICHE E DIABETOLOGIA, NEFROLOGIA, UROLOGIA, MEDICINA E CHIRURGIA DI ACCETTAZIONE ED URGENZA, PATOLOGIA CLINICA, MALATTIE INFETTIVE, CONTINUITA’ ASSISTENZIALE, MEDICINA INTERNA, IGIENE EPIDEMIOLOGIA E SANITA’ PUBBLICA
SPECIALIZZANDI (NO ECM)
P.O.R FSE 2014-2020 INVESTIMENTI A FAVORE DELLA CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE ASSE I – OCCUPAZIONE PRIORITÀ D’INVESTIMENTO 8.V) ADATTAMENTO DEI LAVORATORI, DELLE IMPRESE E DEGLI IMPRENDITORI AL CAMBIAMENTO OBIETTIVO SPECIFICO 8.6 FAVORIRE LA PERMANENZA AL LAVORO E LA RICOLLOCAZIONE DEI LAVORATORI COINVOLTI IN SITUAZIONI DI CRISI AZIONE 8.6.6.C.